L’orografia del territorio della nostra zona – che si sviluppa quasi totalmente su pendii collinari spesso di accentuata acclività – ha determinato che la tipologia del panorama coltivativo fosse quella del terrazzamento, dove le fasce ricavate con costruzione di muretti a secco risultavano di modesta ampiezza, ed inoltre quasi sempre popolate da diverse alberature, principalmente gli ulivi, ma anche altri alberi da frutto, nel contesto di un’agricoltura promiscua.
Una simile situazione ha fatto sì che la pratica di lavorazione del terreno a scopo agricolo fosse, principalmente – e obbligatoriamente – quella della zappatura, non trovando spazio di manovra l’uso dell’aratro.
La pratica di aratura trovava comunque qualche applicazione nelle zone di altura, nelle “terre” situate nella sommità destra della valle, dove più ampie e libere risultavano le aree coltivative.
Il tipo di traino risultava, nella maggior parte dei casi, quello effettuato da una coppia di animali – da noi quasi sempre buoi – e solo in alcuni casi da un solo animale, che poteva essere anche un cavallo.