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 Nell’alta vallata del Petronio il castagno ha rivestito un’importanza fondamentale nel contesto rurale – e non solo – della comunità locale, investendo di fatto quasi ogni settore della vita socio-economica e culturale, tanto che non è del tutto improprio parlare storicamente di una vera e propria “cultura del castagno”.

Tracce palinologiche attestano la presenza dell’albero in zona a partire dal secondo millennio a.C., mentre ne troviamo riferimenti scritti in documenti dell’VIII secolo, nei quali  viene esplicitamente descritta la sua organizzazione in castagneto da frutto – “castanetum vilici” – ad uso delle  comunità di villaggio. A partire dal XVI secolo inizia nella vallata del Petronio un processo di ampliamento e domesticazione del castagneto che ne porta la sua estensione dai circa 350 ettari iniziali ai quasi 1.000 ettari di inizio Ottocento, con tutta una serie di interventi sia di sistemazione del suolo con realizzazione di  ciglionature e terrazzamenti sia di costruzione di annessi agricoli – i “casoni” – finalizzati alle pratiche colturali del bosco ed in particolare ad alcune fasi di lavorazione della castagna. Assolutamente fondamentale è il ruolo sostenuto dalla castagna nella dieta tradizionale, dove costituiva, in alcune comunità, quasi la metà del complessivo apporto calorico. L’importanza del castagno si estendeva poi all’utilizzo del suo legno, sia in campo agricolo che costruttivo: di castagno erano infatti i pali che costituivano i filari dei vigneti – “i’ scaggi” – così come le orditure dei pergolati – “e’ töppie”. Quasi esclusivamente in legno di castagno erano realizzati i contenitori per vino, a partire dalle piccole tinozze – “e’ séivie” e “i’ bigùnsi” – fino ai grandi tini da pigiatura – “e’ tin-e”. Il castagno era il legno storicamente usato nelle costruzioni abitative e negli annessi agricoli, a partire dalla orditura del tetto e solaro, con relativa tavolatura, fino alla realizzazione dei serramenti. Addirittura questo legno trovava impiego, affiancato al noce e alla quercia, nella fabbricazione del mobilio.. La parte meno pregiata ed utilizzabile del legno veniva destinata al riscaldamento domestico, bruciata nei focolari e nelle stufe.

Le ambientazioni museali – sia abitative che di lavorazione dei prodotti – forniscono un ampio panorama relativo al ruolo rivestito dal castagno nella comunità locale.