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Il viticoltore è il cugino di campagna di tutti gli artisti che scrivono, dipingono, compongono musica; per questo motivo il vino è una specie di museo vivente, il testamento di uno specifico pezzo di terra. Nei tralci della vite, nei processi di produzione e di trasformazione del vino è possibile leggere tutta la storia della gente di quella specifica zona, delle loro economie e strutture sociali, dei loro saperi e poteri, della loro ideologia e simbologia. Il vino ci parla della cultura degli uomini che l’hanno prodotto, dei loro valori etici ed estetici, delle loro cosmogonie; per questo rientra a pieno titolo ,al pari di lingua o arte, nella definizione di Patrimonio Culturale, inteso come testimonianza, materiale e immateriale, avente valore di civiltà.

Il vino, la sua storia e le interpretazioni che ne sono scaturite nello scorrere delle generazioni, assieme alle tecniche per coltivare la vite e per vinificare; ma anche i vigneti, con le loro esigenze di cura assidue che hanno caratterizzato la cultura vitivinicola locale, sono al centro del progetto espositivo museale; progetto realizzato anche attraverso la fruibilità diretta della serie di cantine incontrate nel percorso di visita.

E attraverso questo percorso e il racconto che accompagna gli ambienti e gli oggetti, il visitatore può rendersi conto di come il territorio sia un insieme di componenti del vino e della sua immagine: qualità del terreno, clima, esposizione del vigneto, tradizione, mito, cultura del contadino e del vinificatore.