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Tra i compiti istituzionali della Soprintendenza – e di riflesso degli istituti museali – riveste un ruolo primario la valorizzazione dei beni culturali, come stabilisce, e definisce, formalmente il Codice dei Beni Culturali, che così recita:

“La valorizzazione consiste nell’esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attività dirette a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale e ad assicurare le migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica del patrimonio stesso, al fine di promuovere lo sviluppo della cultura. […]. La valorizzazione è attuata in forme compatibili con la tutela e tali da non pregiudicarne le esigenze.”

In altre parole potremmo intendere per valorizzazione ogni attività diretta a migliorare le condizioni di conoscenza e di conservazione del patrimonio culturale e a incrementarne la fruizione pubblica, così da trasmettere i valori di cui tale patrimonio è portatore-

La valorizzazione è poi strettamente legata alla tutela e alla conservazione, secondo l’usato sillogismo: Valorizzare = Tutelare + Conservare + Fruire; dove si intende per tutela ogni attività diretta a riconoscere, proteggere e conservare un bene; e per conservazione ogni attività svolta allo scopo di mantenere l’integrità, l’identità e l’efficienza funzionale del bene stesso. E’ possibile conservare solo ciò di cui si riesce a comunicare il valore, ciò che viene reso fruibile; e non si può comunicare e rendere fruibile se non si è conservato. E’ il circolo virtuoso della valorizzazione.

Tutte le funzioni e le azioni in precedenza descritte rientrano nelle finaità culturali del Museo Diffuso della Cultura Contadina di Velva.